Al fine di meglio comprendere il pensiero e la finalità della pratica del Kyudo e dello Iaido nell’Accademia, viene di seguito riportato un estratto di un’intervista rilasciata dal Maestro Onuma, riguardante tematiche d’importanza tutt’altro che secondaria: esso contiene infatti spunti ed accenni che riportano in maniera inequivocabile ad una visione più pura ed autentica delle discipline tradizionali in questione, troppo spesso banalizzate alla stregua di semplici gesti o movimenti sportivi.
“… L’arco e le frecce fanno parte integrante del kyudoka allo stesso modo del suo corpo. Non si regge l’arco con le mani, ma anche con la mente e lo spirito. Lo spirito del Kyudo è il non-ego. Pur praticando, si è coscienti di ciò che succede intorno a noi, ma non dobbiamo tuttavia lasciarci impressionare o disturbare da questo. E’ necessaria una sorta di distaccamento dal luogo circostante.
L’Energia deve circolare liberamente. Dobbiamo avere la sensazione che i nostri piedi mettano radici profonde nel suolo e la nostra testa si elevi verso il cielo. La nostra mente deve avvolgere l’arco fino alle sue estremità.”
e ancora ..
“… Il Kyudo è stato definito “Zen in piedi” o Religione senza parole. Ciò significa che al più alto livello, il praticante deve svuotare la propria mente da ogni pensiero verbale: il suo tiro è puro.
Egli non pensa alla tecnica e non fa semplicemente dei movimenti rituali. Egli non tira per vincere un premio, né per far colpo su chi lo circonda. Egli tira per Dio. Nessuno spettatore può assisterlo, ma tutti possono essere colpiti dalla sua purezza e dalla bellezza del suo tiro, dalla bontà del suo cuore e dalla nobiltà del suo carattere .. con il suo tiro egli arriva a comunicare queste qualità senza proferire una sola parola. Ecco perché diciamo che il Kyudo è una religione senza parole.”